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BREVE STORIA DEL GRUPPO ALPINI CILIVERGHE

Chiedete agli alpini di ristrutturare una chiesa, di costruire un asilo, di dare una mano a chi ne ha bisogno. Corrono. Ma se chiedete di mostrarvi le carte e i verbali delle riunioni per poter scrivere la storia della loro sezione, allora no, allora sono guai.
D’altra parte , sono fatti così. Tutti, non solo quelli di Ciliverghe.
Per ricostruire la storia della sezione, si è dovuto sudare le classiche sette camice. E non è detto che sia bastata.
Cominciamo da un punto fermo, la data d’inaugurazione con la benedizione del gagliardetto. Era il 26 ottobre 1952: presenti il segretario della sezione di Brescia Vignolo e il consigliere Quarenghi. Questo dato è certo e il documento si trova a Brescia presso la sede Nikolayewka. Per sapere chi fossero gli alpini ciliverghesi presenti e dove fosse la sede, dobbiamo rivolgerci alle uniche due persone superstiti del gruppo, i signori Rino Portesi e Guido Tagassini. Non sempre le loro testimonianze, affidate solo alla memoria, coincidono. Però, qualcosa abbiamo ricostruito insieme.
Entrambi concordano che l’idea di fondare una sezione ciliverghese partì da tre coscritti, classe 1923: Pietro Agliardi, Ettore Ponti e lo stesso Guido Tagassini.
“Ne parlammo, prima a due alpini anziani di allora, Pietro Bianchi e Francesco Abeni, i quali c’incoraggiarono dicendo che era ora che anche a Ciliverghe ci fosse una sezione”-così ricorda il signor Guido-“Tuo zio Fiorino, che allora gestiva la trattoria alle Bettole, alpino anch’egli, ci mise a disposizione una stanza per riunirci. Praticamente fu quella la nostra prima sede.
Ricordo che, nel giorno dell’inaugurazione, da un elicottero, pilotato da un alpino, vennero gettati petali di fiori.
Quando gli ho chiesto chi fosse stato il primo presidente della sezione, la sua risposta è stata addirittura disarmante, ma significativa: ” Il presidente?Nessuno. E tutti.Ci trovavamo tutti insieme, ci distribuivamo gli incarichi a seconda della disponibilità di ognuno.Soltanto più tardi, quando il gruppo divenne numeroso e si trattava di gestire le iscrizioni, allora pensammo ad un rappresentante unico. Ma, credimi, non ricordo chi fosse. Forse tuo padre, forse Ponti, forse Felice Zana…
Verso la fine degli anni sessanta la sede si trasferì nell’osteria dei Bagnatica, in prima contrada e quando questa chiuse, passo nell’osteria di Santì Zangola, sempre nello stesso borgo. Secondo il signor Rino, invece, per alcuni anni, il gruppo si è riunito anche presso l’Enal, chiamata allora casa del popolo.
Poi, negli anni novanta, la costruzione dell’attuale sede. Da questo momento, qualche foglio sparso è rimasto.

PRIMA DEL ‘52

La sezione alpini è nata nel ’52. Fino a quell’anno, non esistevano le sezioni dei vari corpi, ma l’associazione dei combattenti e dei reduci, che raccoglieva tutti
Secondo le testimonianze del signor Narciso Massardi, la prima associazione trovò sede in una stanza della cascina Benedetti, all’indomani della prima guerra mondiale. Qualche anno dopo, verso il 1930, la sede fu trasferita nella casa del comune, che molti ricordano. Qui rimase fin dopo la seconda guerra.
“Poi, - ricorda il signor Rino Portesi – dopo la guerra nacquero alcune divergenze tra i gruppi e ognuno decise di andare per conto proprio. I primi a staccarsi fummo proprio noi alpini. Io, allora, ero spesso lontano dal paese per motivi di lavoro, quindi la memoria potrebbe tradirmi. Sicuramente Guido Tagassini si ricorderà meglio, perché con Ponti e tuo padre ha fatto parte del gruppo dei fondatori”.
Oggi la sezione combattenti e reduci ancora esiste.”Ma siamo rimasti una ventina- precisa il signor Lorenzo Massardoni, attuale Presidente- pensa che abbiamo dovuto consegnare la licenza in comune perché non sapevamo più dove andare con la sede”.
Dopo un lungo girovagare tra le varie osterie del paese, dopo le innumerevoli gare podistiche tra le campagne di Ciliverghe (e qui il signor Umberto Mereghetti quante cose potrebbe raccontare) si prospetta per i nostri alpini un’opportunità che il gruppo non lascia perdere: il comune di Moggio Udinese decide di mettere in vendita quei prefabbricati che sono serviti ai suoi cittadini, do l’evento sismico che li ha colpiti lasciandoli privi di casa, beni e alcuni anche di affetti.
“ senza perdere tempo, - racconta Giuseppe Agnelli – insieme all’allora capogruppo Claudio Toninelli e ai soci Giacomo Rambaldini, Paride Tellaroli, Aurelio Fenoli, Flavio Schivardi, Luigi Cassetti e Dante Tavelli, siamo partiti con un bilico alla volta di Moggio Udinese, dove ci siamo subito messi all’opera smontando e caricando tutto quello che presto sarebbe diventata “la nostra casa”.Ritornati a Ciliverghe, il grosso carico viene depositato con cura e al riparo sotto il portico della cascina di proprietà dei signori Giacobini in attesa di un terreno dove poterlo collocare. Nel frattempo, però, non siamo restati con le mani in mano ma, rimboccate le maniche, abbiamo iniziato a lanciare i nostri S.O.S organizzando feste sull’aia (proprio dove la nostra casa era ospitata) con lotterie e raccolte di fondi. E qui è doveroso fermarsi un attimo e ricordare con orgoglio –continua Giuseppe Agnelli- quattro validi soci che tanto hanno dato per la realizzazione di queste feste e nell’edificazione della nostra bella sede, quattro uomini forti e tutti d’un pezzo che non vogliamo dimenticare, che sono stati per noi esempio di volontà e tenacia che sono” andati avanti”: Albino Fusi, Piero Rossi, Camillo Massa e Ettore Ponti”.
Finalmente, però, dopo circa quattro anni di ricerca e con l’aiuto dell’Amministrazione Comunale, la direzione della ditta Italcementi, che opera a Mazzano, ha creduto nel nostro progetto che prevedeva la collocazione del prefabbricato in una zona verde da attrezzare con tavolini e parco per bambini.
Dopo il progetto, il disboscamento, le fondamenta, i mezzi, i materiali disponibili, il lavoro di tanti alpini capaci e volenterosi- che ricordiamo tutti uno per uno-, i fondi necessari alla costruzione dell’arredamento, hanno permesso di portare a compimento l’opera che resterà segno tangibile del nostro passaggio e vivo ricordo dei tanti alpini che sicuramente avrebbero contribuito con entusiasmo alla sua realizzazione, ma che ora ci fanno compagnia da lassù, nelle ore e nei giorni che trascorriamo nella nostra casa insieme a ragazzi, giovani e famiglie della nostra comunità.
E per concludere il 27 settembre 1992 la sede venne inaugurata ufficialmente e presentata con orgoglio alla comunità insieme ai due grandi affreschi murali realizzati gratuitamente dal pittore Natale Donneschi di Virle anche lui scomparso prematuramente.
Così, nelle mani delle nostre penne nere sono passati 4.000 metri quadri posti su una collina in località “Tai del mut” in via Albini; circondato da altri 52.000 metri quadri di parco extraurbano che la ditta Italcementi ha ceduto in comodato al comune di Mazzano.


La zona del monte di Ciliverghe

LA VITA DELLA SEZIONE

Con una sede fissa, finalmente qualche foglio viene conservato. Il documento più antico risale al 1980 e riporta l’elenco dei tesserati, che raggiungono il numero di 97.
Un altro documento del 1981 riporta gli iscritti e l’esito delle votazioni. Gli iscritti erano ben 94 e il più votato risultò essere Cassetti Felice, seguito da Toninelli Claudio e Almici Walter, a pari merito.
Per trovare il primo documento ufficiale che attesti chi fosse il capogruppo, dobbiamo aspettare la costruzione della sede. Obbligati dalla burocrazia, il gruppo alpini di Ciliverghe deve attestare con atto formale chi è il capogruppo: si tratta di Claudio Toninelli e si specifica che lo era dal 1977.
A questo punto possiamo, non dico ricostruire, ma abbozzare l’albo dei capigruppo. Iniziamo dai tre fondatori, Pietro Agliardi, Ettore Ponti e Guido Tagassini. Di sicuro , poi, per parecchi anni il gruppo fu presieduto da Felice Zana.
Egli anni immediatamente precedenti la nomina di Toninelli, capogruppo è stato Felice Cassetti. Nel 1977, come già detto, l’incarico è assegnato a Claudio Toninelli, che lo mantiene fino al 1997.
Gli succede Serio Donati fino al 2000. Dal 2000 il presidente è Giordano Gamba.


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